Sci Abetoe

Abetone

La foresta dell’Abetone è diventata nota per il fatto che proprio in quel territorio nasce  l'abete rosso della riserva naturale di Campolino, la sola colonia relitta dell’Appennino, la sola stazione posta al meridione di questa pianta che generalmente impervia nella parte settentrionale.

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Mappa della Toscana

ABETONE: la terra degli abeti
E’ appena il caso di dire che l'Abetone rappresenta  il regno degli abeti. E’ proprio all’Abetone che si trova infatti una zona di confine denominata Boscolungo, territorio composto da una selva di antichi abeti, uno dei quali di larga dimensione, abbattuto molti anni fa, che ha dato il nome a questa cittadina, Abetone, appunto.  
Purtroppo fù fatto un grave sbaglio che vide come artefici il granduca di Toscana e del duca di Modena che a partire dalla seconda metà del 700’, al fine di rendere agevoli  gli interscambi commerciali, concordarono per costruire  una strada che doveva attraversare il valico di Boscolungo tra Cutigliano e Fiumalbo. Un altro sbaglio lo fecero i boscaioli che spalancarono la strada con le loro scure, distruggendo numerosissime antiche conifere, abbattendo inoltre il principe degli abeti dell’Appenino, ovvero il mitico abetone dal tronco monumentale. Si narra che in quell’epoca sei uomini messi in cerchio non furono sufficienti per abbracciare il tronco del ultracentenario abetone il quale casco giù. L’Abetone rimase nella storia, poichè diede il nome ad un valico, successivamente ad un comune della Toscana, e per finire ad una nota stazione invernale, di un regno per gli sciatori.

Il nome di Abetone fu rievocato da tutto il mondo  quando un nativo di quel paese schizzò  sulle nevi a velocità altissime. Si trattava di Zeno Colà ,  un invincibile sciatore famoso per le sue discese sulla neve. Soprannominato fulmine bianco, esso divenne campione del mondo. Allontanandosi dalla pianura in direzione verso il valico e alle piramidi toscane modenesi si assiste ad uno spettacolo di piante, di boschi, di prati, di verde, che mutano lungo il tragitto. L’Abetone è florido di querci, di carpini, di ornelli, di pini, che decorano i colli e i poggi della provincia pistoiese, tra campi coltivati, e  minuscoli orti sottratti al bosco. In seguito i rilievi dell’Abetone diventano più robusti e imponenti, fino al punto di intravedere i monti coperti di selve, di praterie, di creste rocciose.I monti dell’Abetone sono inoltre ricchi di alberi di castagno, salendo più in alto si trovano i rilevanti lanci, e successivamente i grossi faggi spontanei, e per finire le fitte e ombreggiate abetine, e le sottili e lunghe piante conifere. La vecchia via del valico non si è trasformata da quando venne eretta dal granduca di Toscana e del duca di Modena. Tutt’ora come molti anni fa, procede nella fitta abetaia di Boscolungo, in direzione delle storiche piramidi abetonesi.
L'Abetone è coperto da un manto invernale, nel momento in cui la neve bianca si adagia sugli  gli abeti e il ghiaccio li ingemma, nel momento in cui le nuvole bianchissime quasi si mescolano con le alte vette di Campolino, della Selletta, del Gomito, dell'Alpe delle Tre Potenze.  Una via che nonostante il tempo passato non è mai stata capace di addomesticare la montagna, a scalfire la seduzione e lo splendore della natura. L’Abetone è nato come territorio strategico per agevolare gli scambi commerciali, ma in sostanza  diventò la meta turistica di chi desiderava fare una vacanza sulla neve oppure praticare uno sport invernale. In ogni stagione invernale ed estiva sono migliaia  le persone, anziane, giovani e piccoli, che prediligono le vacanze all’Abetone e sulle altre montagne pistoiesi come quella di Gavinana, di Maresca, di San Marcello Pistoiese, di Cutigliano, di Pian di Novello.