FESTA SANT'EFISIO A CAGLIARI
CAGLIARI: Festa di Sant'Elisio
Rappresentato a guisa di uno sgargiante cavaliere con elmo piumato, Sant'Efisio,
nato a Elia, in Asia Minore, fu soldato nell'esercito romano, sotto l'imperatore
Diocleziano (283-310). Secondo la tradizione, fu inviato in Sardegna per
combattere le tribù della Barbagia. Poiché rifiutò di abiurare la fede
cristiana, fu imprigionato nell'ipogeo, che ora è la cripta della chiesa
di Stampace, e quindi portato a Nora, dove fu decapitato, nel 303. Ben
presto, intorno al santo, nacque un culto popolare che aumentò nei secoli,
con l'attribuzione di vari miracoli, tra cui la liberazione della città
dalla peste nel 1652 e la sconfitta dei francesi nel 1793.
Da quando salvò la città dalla peste, il santo viene commemorato ogni
anno all'inizio di maggio, nella principale manifestazione religiosa sarda,
la festa di Sant'Efisio. La processione parte dalia chiesa di Sant'Efisio
la mattina del 1 ° maggio e si snoda solenne fino a Nora, per 40 km lungo
la costa. Per le vie di Cagliari, la statua è preceduta da una lunga coionna
di partecipanti nei costumi tipici delle varie zone dell'isola, talvolta
a cavallo, spesso accompagnati da canti tradizionali, scanditi dai tamburi
e da strumenti come le ìauneddas (zampegne!. Il gruppo in costume della
processione giunge fino a vìa Pula, a sud della stazione ferroviaria.
La statua prosegue con un piccolo seguito a cui, lungo il percorso, si
aggiungono, per un tratto, gli abitanti dei paesi che attraversa, banda
in testa, fino all'arrivo a Nora, la sera dopo, Dopo le funzioni religiose,
la sera del 3 maggio la statua riparte da Nora e arriva a Cagliari con
manifestazioni molto meno enfatiche.
La festa è un evento spettacolare. È una buona occasione per vedere sfarzosi
costumi tradizionali dai vari paesi e per ascoltare autentica musica sarda
dal vivo. Se non si può presenziare a tutti e quattro i giorni, consigliamo
i festeggiamenti del 1° maggio. Si può anche prendere in considerazione
l'acquisto di un biglietto di tribuna, per una visuale senza ostacoli
della processione, i biglietti, €15-18, sono in vendita da gennaio e si
esauriscono rapidamente. ARSI di via Mameli 97 (O 070.664.195} talvolta
vende i biglietti oppure fornisce il numero dell'organizzazione che se
ne occupa. È anche il principale riferimento per qualunque domanda sul
calendario dei festeggiamenti. Se si pensa di pernottare a Cagliari durante
i primi quattro giorni di maggio, è meglio prenotare.
monumentale facciata neoclassica di Sant'Anna (mar-sab 8-11 e 15.30-18.30),
con due ordini di colonne corinzie, si innalza, preceduta da una grande
scalinata. L'edifìcio attuale fu iniziato sotto i Savoia nel 1875, a lato
di una precedente chiesa pisana, ma fu completato solo intorno al 1930.
Ricostruita fedelmente dopo i gravi danni riportati a causa dei bombardamenti
del 1943, lo stile tardo-barocco presenta forti connotazioni piemontesi.
L'ampio interno ospita un crocefisso ligneo del XIV secolo proveniente
dalla chiesa di San Francesco, distrutta da un incendio nel XIX secolo,
una statua di Amedeo di Savoia di Andrea Galassi, lo scultore sassarese
autore della statua di Carlo Felice in piazza Yenne, e la statua di Cristo
il Salvatore del pittore sardo ottocentesco
Giovanni Marghiotti.
A sinistra di Sant'Anna, la stretta via Sant'Efisio oltrepassa la piazzetta
e la chiesa di Santa Restituta (roar-dom 10-13; ingresso gratuito), edificio
in gran parte risalente al Cinquecento, dalla facciata semplice. La cripta
di Santa Restituta fu, in origine, un luogo di culti pagani, collegati
all'acqua. In seguito, la caverna sotterranea fu dedicata a Restituta,
vittima della persecuzione di Diocleziano; divenne poi rifugio per i cristiani
che fuggivano dall'Africa, nel V secolo, e, successivamente, per la comunità
greca ortodossa. Fu poi convertita in una prigione; le scritte scarabocchiate
sui muri, appena visibili, appartengono aì locali che si rifugiarono nel
luogo durante la seconda guerra mondiale. L'interno è piuttosto spoglio.
Un altare e una statua del santo sono collocati nella camera principale,
dove si trovano molte nicchie e dalla quale partono tenebrosi corridoi.
Più avanti, s'incontra la cripta di Sant'Efisio, testimonianza assai più
antica (mar-dom estate 9-13 e 17-20, inverno 8.30-17.30; ingresso gratuito).
Da una porta sulla sinistra, si scende alla cripta che in origine era
uno dei molti ipogei o cisterne della città punico-romana di Karalis.
Narra la tradizione che Efisio, soldato romano originario dell'Asia Minore,
fu imprigionato qui prima di essere portato a Nora dove fu decapitato.
Si vede la colonna a cui si dice fosse incatenato, oggetto di culto per
i fedeli locali. Le testimonianze dell'esistenza di un luogo di culto,
in quest'area, risalgono al V secolo. In epoca più recente, la cripta
è stata utilizzata come discarica. Se l'entrata è chiusa, rivolgetevi
al personale della chiesa: qualcuno vi farà visitare
il luogo.
L'attuale chiesa di Sant'Elisio (stessi orari della cripta), di ridotte
dimensioni, costruita nel XVIII secolo, è dedicata al martire. La festa
di Sant'Efisio parte proprio da qui (vedi riquadro). Nella seconda cappella
a destra, si trova l'effigie del santo, principale oggetto d'adorazione
durante la processione. La croce utilizzata la domenica di Pasqua è nella
terza cappella a destra. Sull'altare ligneo, nel lato sinistro della chiesa,
si trova un'immagine più vistosa del santo, ritratto come un personaggio
barbuto in armatura, con elmo e cimiero. Le palle di cannone incastrate
nelle pareti di fondo della chiesa furono sparate dalla flotta francese
durante l'attacco a Cagliari del 1793. La ritirata precipitosa della flotta
fu un altro miracolo attribuito a Sant'Efisio.
Tornati su via Azuni, in fondo alla strada, troverete la facciata a tre
archi della chiesa dì San Michele (lun-sab 7.30-11 e 17-20, dom 8-11 e
19-20), consacrata dai gesuiti nel 1738 e copiosamente decorata, è uno
degli esempi più opulenti di barocco sardo. La ricca facciata su portico
è un preludio al maestoso interno ottagonale, affrescato e ricco di stucchi
e di marmi, sovrastato da una cupola, anch'essa affrescata. Sulla gradinata
esterna, si può osservare un pulpito riccamente decorato su quattro colonne
corinzie da cui, si dice, parlò Carlo V, prima della spedizione contro
Tunisi, nel 1535.
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